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Trento, 28 gennaio 2004
LIMARO’: UNO SFREGIO ALL’AMBIENTE ED AL PAESAGGIO CHE SI POTEVA EVITARE?
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici per L’Ulivo

Nelle scorse settimane hanno preso il via i lavori per la realizzazione di una briglia filtrante a funi sul corso del fiume Sarca, a monte dell’abitato di Sarche, nel Comune di Calavino.

Come si evince dai cartelli esposti nei pressi del cantiere, si tratta di un’opera promossa dal Servizio opere idrauliche della Provincia Autonoma di Trento. Da un sommario sopralluogo ai lavori in corso appare in tutta evidenzia come l’opera in questione, sulla cui utilità e/o necessità non si intende qui discutere, stia portando ad uno sfregio irreparabile dell’unicità ambientale e della straordinaria visione del canyon del Limarò che si apre dalla località Sarche di Calavino.

Uno sfregio ad una delle visioni fluviali più belle e famose del Trentino, che forse si sarebbe potuto evitare se solo l’opera si fosse realizzata poche centinaia di metri più a valle o se fossero state adottate precauzioni tecniche particolari per mascherarne gli effetti più deleteri sul paesaggio.

L’intervento va infatti ad incidere sulla parte terminale della grande forra – o canyon – del Limarò, formata dal fiume Sarca nel corso di centinaia di migliaia di anni. Il fiume Sarca, chiamato “la Sarca” da molte delle popolazioni bagnate da questo corso d’acqua, rappresenta uno dei principali fiumi del Trentino. Nei suoi circa 70 chilometri di vita passa dai ghiacciai dell’Adamello-Presanella (tra cui il Mandron, il più vasto d’Italia), al Lago di Garda, di cui rappresenta il principale immissario. La Sarca ha dunque il primato di nascere dal più grande ghiacciaio italiano e di chiudere il suo percorso nel più grande lago italiano: tra questi due fenomeni, circa a metà strada, la Sarca ha creato la straordinaria forra del Limarò.

Nel tratto di circa 10 chilometri tra le Terme di Comano e Sarche, la Sarca ha inciso vasti strati di roccia calcarea con una forza erosiva impressionante dovuta alla sua portata ed alla sua “competenza” (ovvero il carico di detriti) soprattutto nei periodi inter-glaciali e post-glaciali.

Il lavoro millenario dell’acqua ha creato uno dei canyon più articolati ed importanti delle Alpi, profondo in alcuni tratti alcune centinaia di metri.

Il valore del Limarò è stato riconosciuto anche dalla Provincia Autonoma di Trento che lo ha inserito nei beni tutelati dalla L.P. 5 settembre 1991, n. 22 “Ordinamento urbanistico e tutela del territorio”. Si tratta, come cita la legge, di beni “che rivestono cospicui caratteri di bellezza naturale o rappresentano singolarità ecologica o formano punti di vista o di belvedere che … si distinguono per la loro non comune bellezza o per la loro peculiare configurazione locale.”

Come cita l’atlante dei beni ambientali del Trentino, edito dalla PAT, tra gli elementi naturali e monumenti vegetali, la forra sul Sarca “rappresenta uno dei più spettacolari ambienti fluviali del Trentino, sia per la selvaggia bellezza della zona, sia per gli elementi naturalistici di cui è ricco il corso d’acqua… Alle Sarche la forra si apre tra altissime pareti in un paesaggio simile ai canyons americani e in cui il torrente scorre in un percorso sinuoso tra isolette ghiaiose e piene di vegetazione”.

L’ulteriore interesse della zona è stato sancito nell’inserimento del tratto Comano-Sarche quale ambito destinato a “Parco fluviale” nella cartografia della L.P. 7 agosto 2003 n. 7 “Variante 2000 al Piano Urbanistico Provinciale”.

Nella parte a monte della forra, tra il Ponte dei Servi ed il Ponte Balandin è in corso un progetto di valorizzazione curato direttamente dal Servizio Ripristino della PAT. Si tratta di un primo intervento realizzato nell’ottica di costruire un percorso di visita all’intera forra, tra Terme di Comano e Sarche, come da progetti già avviati nel corso degli anni Novanta dalle Amministrazioni Comunali delle Giudicarie Esteriori e di Calavino in collaborazione con la Provincia.

Va infine aggiunto che centinaia di naturalisti, di appassionati dell’avventura e di pescatori frequentano questo tratto di fiume veramente spettacolare. Innumerevoli fotografi, pittori, scrittori hanno immortalato con le loro opere gli scenari del Limarò ed in particolare l’apertura verso le Sarche, mastodontica porta d’entrata a valle del canyon.

Tutto ciò premesso,

si interroga la Giunta provinciale per sapere:

1. se all’atto dell’affidamento del progetto dell’opera, il Committente abbia evidenziato la rilevanza paesaggistica ed ambientale del contesto territoriale sul quale si andava ad intervenire, ed in particolare se siano state prese tutte le precauzioni necessarie per tutelare gli ambienti naturali e gli scenari unici per il Trentino dell’imbocco del Limarò.

2. se all’atto dell’affidamento dell’incarico di progettazione il Committente abbia chiesto soluzioni alternative per la localizzazione dell’intervento;

3. se nel progetto presentato agli organi di controllo per le necessarie autorizzazioni siano stati evidenziati tutti gli elementi di sensibilità ambientale e paesaggistica citati, nonché presentate tutte le modalità di intervento attraverso le quali si sarebbe andati a salvaguardare l’unicità dell’imbocco del Limarò;

4. se il progetto dell’opera sia stato sottoposto a valutazione di impatto ambientale e, in caso affermativo, quali prescrizioni siano state adottate per prevenire danni all’ambiente ed al paesaggio;

5. se nel progetto siano state prese in considerazione anche soluzioni alternative, magari più a valle, per evitare un tale sfregio al paesaggio;

6. se nel progetto siano state valutate anche le potenzialità turistiche dell’area sulla quale si sta intervenendo, potenzialità che vengono oggi in gran parte compromesse in considerazione delle opere artificiali create;

7. se il progetto preveda interventi per mascherare, alla fine dei lavori, gli effetti negativi più impattanti sul paesaggio del canyon.

Cons. dott. Roberto Bombarda

 

     

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